Purtroppo si sta diffondendo l’idea sbagliata che la perizia tecnica necessaria per utilizzare gli incentivi industria 4.0 si estenda anche ad aspetti fiscali e amministrativi. In particolare, c’è la convinzione che una volta entrati in possesso della perizia sia tutto a posto.
Non è così.
Alcune informazioni necessarie per l’utilizzo dell’incentivo non sono parte delle responsabilità del tecnico asseverante nonostante siano riportate all’interno del documento.
Inoltre, il mantenimento dei requisiti e la sua dimostrazione non si ferma alla data della perizia e non è certamente competenza del perito.
- Costo dell'investimento
- Ordine, acconto e oneri accessori
- Bene nuovo di fabbrica
- Verifica dei requisiti
- Mantenimento dei requisiti
Costo dell’investimento
La perizia tecnica deve riportare il costo dell’investimento, quel valore che fa da base per il calcolo del credito di imposta maturato. Questo costo deve essere dichiarato dall’azienda al perito e l’azienda se ne assume la responsabilità.
Spesso il professionista va oltre la dichiarazione dell’azienda e chiede di vedere le fatture o i contratti di leasing con lo scopo di aiutare nella verifica e di scoprire eventuali problemi.
Uno su tutti è la cronica mancanza della dicitura richiesta dalla legge sulle fatture e DDT (nei contratti di leasing non mi è mai capitato che mancasse).
Altro aiuto dal perito può essere quello di avvisare rispetto a fatture o voci in fattura che potrebbero non essere pertinenti. Resta però una scelta dell’azienda definire quali sono i costi che compongono il valore dell’investimento, utilizzando i corretti principi contabili.
Ordine, acconto e oneri accessori
Quando un investimento è stato fatto con l’acconto del 20%, il professionista può chiedere di visionare gli ordini accettati dal fornitore o ricordare che l’acconto deve risultare pagato (nell’anno in cui viene effettuato l’ordine).
Ancora, capita di dover avvisare quando l’acconto, a causa di oneri accessori successivi, sì è ridimensionato e quindi, potenzialmente, indurre un cambio dell’incentivo applicabile (da non confondere gli oneri accessori dell’incestimento con gli accessori fisici del bene, che è altra tematica).
Sono tutte considerazioni fiscali che l’azienda dovrebbe fare fin dall’inizio con il supporto del proprio fiscalista, non attendere il giorno della perizia.
Bene nuovo di fabbrica
Il professionista non è tenuto ad entrare in merito alla novità del bene che è una condizione necessaria per l’uso dell’incentivo e si applica ben prima che il consulente sia chiamato a fare il proprio lavoro.
Bisogna ricordare che si possono includere parti usate all’interno di un bene, e ci sono chiare indicazioni nella Circolare 4/E del 2017 dell’Agenzia delle Entrate. Anche in questo caso, l’azienda deve essere cosciente di quanto previsto e fare le proprie considerazioni.
Queste precisazioni sono importanti e sono ufficialmente contenute nella Circolare 15 dicembre 2017, n. 547750 del MiSE.
Verifica dei requisiti
Il perito verifica i requisiti tecnici come previsti dalla norma. Innanzi tutto è una verifica non una consulenza su come implementarli.
Anche in questo caso, la collaborazione con il tecnico può estendersi a fasi pre-perizia con lo scopo di capire la situazione prima del sopralluogo ufficiale per evitare il rischio di esito negativo.
In generale l’azienda dovrebbe dotarsi di un tecnico esperto sulla tematica che la conduca all’implementazione di tutti i requisiti, magari con un respiro che vada oltre il “minimo sindacale” e quindi avere un perito che, in fase di sopralluogo, trovi tutte le risposte e le informazioni necessarie per la perizia.
Mantenimento dei requisiti
L’idea pericolosa che si insinua in certe aziende è che la perizia sia l’atto finale e definitivo per avere l’incentivo.
Qui non stiamo parlando di un buono sconto da presentare alla cassa per pagare meno il nostro acquisto.
L’incentivo 4.0 è stato istituito per agevolare le imprese nel processo di trasformazione chiamato “industria 4.0”. I requisiti tecnici non sono banali caratteristiche del bene che si compera, ma comprendono modi differenti di gestire la produzione supportati dalle tecnologie digitali.
E questi processi non solo devono essere implementati dall’azienda, ma devono essere mantenuti, possibilmente evoluti, e dare vantaggi reali nella gestione della propria attività.
Ci sono diverse domande che una azienda può fare a se stessa per capire a “che punto è”: le tratteremo in un altro articolo.