Incentivi 4.0

Carrello a guida autonoma: incentivabile?

Written by Stefano Lissa

Un caso di utilizzo di un carrello a giuda autonoma per il quale ci si chiede se rientri negli incentivi industria 4.0

Questa è la casistica: un carrello a guida autonoma che esegue missioni da una postazione ad un’altra di una fabbrica, trasportando quando gli viene caricato nel cesto.

In ogni postazione c’è un tablet che serve per “prenotare” la missione. Nella postazione il cesto viene preventivamente preparato e il carrello, appena disponibile, va a prendere il cesto e lo porta nel punto di destinazione richiesto.

Analisi

Macchina del gruppo 1

Se si vuole trattare questa casistica come un AGV (Automatic Guided Vehicle) (tipologia 11 dei sistemi ammessi all’incentivo) dobbiamo soddisfare i 5+2 requisiti.

L’integrazione con il sistema informativo di fabbrica è soddisfatta dalla guida autonoma, ma anche l’interconnessione sembrerebbe soddisfatta senza ulteriori vincoli come spiegato nella pagina 4 della circolare MISE del 23 maggio 2018:

Ciò chiarito, è il caso di ricordare che la guida automatica o semiautomatica non costituisce un autonomo e ulteriore requisito rispetto a quelli richiesti dalla disciplina agevolativa, bensì una caratteristica tecnologica o, in altri termini, una modalità attraverso la quale per le “macchine mobili” in questione si considerano realizzati i requisiti della interconnessione e dell’integrazione automatizzata.

La questione che si può sollevare è il sistema di “invio istruzioni”. In questa situazione non c’è un sistema centrale che invia delle istruzioni (per citare le domande e risposte su veicoli a guida autonoma – peraltro in altro ambito – delle domande e risposte MISE del 12 luglio 2017), ma un sistema “distribuito” (i terminali utente) che inviano istruzioni richiedendo l’esecuzione di una missione.

Il sistema è un intero “impianto” di movimentazione, innestato nel sistema produttivo e nella rete di fabbrica ma che non necessita per il suo utilizzo di una connessione con ERP o MES.

Va aggiunto che il robot è ovviamente connesso alla rete aziendale ed è accessibile remotamente per conoscerne lo stato, riprogrammarlo, manutenerlo, eccetera.

E da un punto di vista ingegneristico è un sistema 4.0 ed innovativo senza alcun dubbio.

Strumento del gruppo 3

Si può pensare di trattare questa soluzione come appartenente al gruppo 3 “Dispositivi per l’interazione uomo macchina e per il miglioramento dell’ergonomia e della sicurezza del posto di lavoro in logica «4.0»” ed in particolare

Sistemi per il sollevamento/traslazione di parti pesanti o oggetti esposti ad alte temperature in grado di agevolare in maniera intelligente/robotizzata/interattiva il compito dell’operatore

in quanto un robot che porta in giro per la fabbrica materiale (e qui andrebbe rimosso il vincolo del peso) permette di liberare uno o più operatori dal compito di spingere carrelli tra stazioni differenti.

Questo tipo di automazioni sono palesemente innovative e appartenenti alla sfera di industria 4.0, ma ogni tanto sembra non chiaro come la normativa possa essere applicata senza patemi d’animo.

Una visione più ampia

Le regole del 2017 erano chiaramente orientate a spingere gli investimenti in beni strumentali che fossero il più possibile predisposti ad implementare industria 4.0, perché sappiamo tutti benissimo che non esiste alcuna macchina 4.0 ma esistono processi 4.0.

Molte volte il tutto si è ridotto al solita domanda “siamo a posto con le regole dell’agevolazione?” ma in taluni casi le regole hanno reso e stanno rendendo complicato l’accesso (tecnico) all’agevolazione per certe combinazioni di macchine e processi.

Questo succede perché le regole, molto incentrate sulla macchina, chiedono dei comportamenti che spesso non trovano applicazione utile in specifici processi di utilizzo.

Sarebbe interessante un intervento in questo senso: meno orientamento alla macchina e maggiore orientamento al processo nel quale la macchina è utilizzata. In questo modo si forza l’azienda a creare progetti per processi 4.0 nei quali inserire il bene (che dovranno essere dimostrati e dimostrabili).


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