Nell’ambito dell’interconnessione e integrazione di una macchina ai sistemi informativi (requisito delle agevolazioni impresa 4.0) ci viene spesso rivolta la domanda: ma a cosa mi serve che la macchina mi invii automaticamente il numero di pezzi che ha lavorato quando ho lì l’operatore che raccoglie l’informazione attraverso gli strumenti del MES?
Innanzi tutto è raro che il dato sui pezzi prodotti venga raccolto dall’operatore in tempo reale perché di solito non c’è questa necessità nelle normali fasi produttive. Anzi, sapere quanti pezzi ha lavorato la macchina sembra quasi superfluo, quello che conta è poi cosa viene effettivamente caricato a magazzino.
Ma non è proprio così.
Immaginiamo un lotto produttivo che ha come indicazione la produzione di 1000 pezzi e immaginiamo che la macchina scarichi in tempo reale quanto la stessa produce, prima del controllo di qualità.
Questa informazione viene immagazzinata nel lotto come dato aggiuntivo non come dati dei pezzi prodotti per quel lotto, che sarà caricato in altro modo e di solito dopo l’eliminazione dei pezzi difettosi.
Che cosa ne possiamo fare?
Calcolo della velocità di lavorazione
Il primo numero derivato è il calcolo della velocità di produzione. Possiamo usarlo come informazione a consuntivo, per la produzione di altri articoli uguali nel futuro, o possiamo usarlo per fare una proiezione del tempo ancora necessario per completare il lotto. Sapendo il tempo che rimane, è facile verificare se altre lavorazioni su quella macchina rischiano di slittare. Queste operazioni vengono fatte in automatico dai sistemi MRP, ma in modo semplificato possono essere implementate per la singola macchina anche in un gestionale.
Analisi degli scarti
Se la macchina dà indicazione, per un lotto, di aver lavorato 1100 pezzi e a magazzino ne sono stati caricati 1000, significa che il 10% è andato perduto. Che cosa sia successo a quel 10% va verificato (possono essere pezzi di setup – se non viene distinta questa fase in apertura del lotto – o pezzi che sono stati scartati).
Questa informazione permette una rapida verifica di situazioni anomali, dove lo scarto risulti superiore a una soglia accettabile. le motivazione possono essere le più varie: materiale in ingresso problematico, personale nuovo non formato, utensili non adeguati.
Questi motivi restano seppelliti, normalmente, in reparto, perché vissuti come una mancanza da parte dell’operatore che è meglio non far emergere, impedendo ogni processo di miglioramento. Viceversa, il coinvolgimento dell’operatore in questo processo di miglioramento, permette di trasformazione questa informazione in un valore e non in un giudizio, che, come tale, si cercherà sempre di ribaltare su “qualcos’altro”.
Questi due utilizzi del dato che arriva dalla macchina sono estremamente semplici ma hanno un altissimo valore per le aziende non ancora abituate ad utilizzarli. E anche la loro elaborazione non richiede enormi complicazioni. Li vogliamo ignorare?