Uno è quello del MIT, introduzione al deep-learning, poca matematica, laboratori da fare in proprio (su Google Colab) e una copertura molto ampia dalle basi alle reti GAN.
Uno dei laboratori vi permette di creare una rete che genera canzoncine irlandesi dopo averla addestrata. Io non ci sono ancora riuscito e serve conoscere il Python, ma anche se non siete programmatori e saltate il laboratorio, il corso è interessante.
L’altro, molto più tecnico e approfondito, è quello di DeepLearning.ai, di Andrew Ng (e collaboratori). In realtà è una serie di corsi di specializzazione che trovate su Coursera e dei quali potete fare l’audit (ovvero seguirli senza pagare, ma sono esclusi i laboratori).
Qui con la matematica non si scherza anche se non si tratta di dimostrazioni ma di utilizzo di strumenti del calcolo matriciale. Se uno ha fatto ingegneria non dovrebbe avere problemi seri (ma qualche problema sì) e deve riesumare il corso di geometria (o come si chiamava).
Se vi interessa una visione ad alto livello seguite solo il corso introduttivo di DeepLearning.ai (sono solo 4 ore) che presenta il modo con cui una azienda dovrebbe affrontare il tema AI.
Se proprio siete pigri, scaricate solo l’AI Transformation Playbook: è orientato ale grandi aziende, ma è un ottima risorsa. Per le aziende più piccole sarà necessario attendere che l’AI sia una strumento “a scaffale”.
Si parla di temi ancora molto giovani dal punto di vista della diffusione nelle PMI, ma che diventeranno parte della cassetta degli attrezzi di ingegneri informatici (e non) tra pochi anni. Questo significa che a diversi livelli (dalla scelta del contesto dove applicare l’ML alla sua implementazione) sarà necessario avere questa competenza.
Una nota importante: si parla sempre di più di etica dell’Intelligenza Artificiale ed è ovvio che sia un argomento scottante quando viene applicata alla persone. Ma se la applichiamo ai processi produttivi, alle macchine, ai dati industriale, il problema normalmente non si pone.
Evitiamo quindi di fare confusione come quando mi si chiedeva se la raccolta dei dati dalle macchine era in regola con il GDPR.